Lo avevamo sostenuto e scritto in molti, il sottoscritto lo aveva fatto il 20 marzo 2020 su Il Riformista (qui), i DPCM emanati da Giuseppe Conte, durante la pandemia da SARS-CoV2 (Covid-19), sono costituzionalmente illegittimi.
Dal mese di marzo 2020, gli italiani sono stati costretti in casa da provvedimenti tecnicamente inidonei a imporre quegli obblighi e quelle restrizioni alla libertà personale, per uscire di casa dovevano compilare una sorta di autocertificazione, che attestasse i motivi dello spostamento.
Qualcuno, insofferente all’imposizione di quegli obblighi manifestamente illegittimi, aveva persino dichiarato il falso durante i controlli da parte dei Carabinieri.
Due cittadini di Reggio Emilia, usciti di casa a piedi durante i lockdown tanto graditi a Giuseppe Conte e Roberto Speranza e fermati dai Carabinieri avevano falsamente dichiarato di essere di ritorno dall’ospedale. I militari dell’Arma avevano effettuato i controlli del caso e avevano accertato che i due non erano mai stati in ospedale. Da lì avevano ricevuto la notifica di un decreto penale di condanna per la falsa dichiarazione resa ai militari. Con l’opposizione a quel Decreto da parte dei due “trasgressori”, il Giudice Penale del Tribunale di Reggio Emilia, dott. Dario De Luca, con la Sentenza n.54 dell’11 marzo 2021 ha assolto i due opponenti con la formula “il fatto non costituisce reato”. Quelle false dichiarazioni rese ai militari -secondo il magistrato- rappresentano un “falso inutile”, perché “gli imputati sono stati costretti a sottoscrivere un’autocertificazione incompatibile con lo stato di diritto del nostro Paese”. L’obbligo di permanenza domiciliare è una misura restrittiva della libertà personale e nel nostro Paese dovrebbe sempre e solo essere “irrogata dal giudice penale per reati e all’esito del giudizio, in ogni caso nel rispetto del diritto di difesa”.
L’ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha palesemente abusato di quei poteri conferiti, nel primissimo periodo, da un Decreto Legge, imponendo ai cittadini italiani restrizioni alle libertà fondamentali, come mai nella storia repubblicana.
A questo punto attendiamo fiduciosi che la Corte Costituzionale abbia la possibilità di pronunciarsi sulla illegittimità costituzionale dei DPCM di Conte.
Intanto, come scrivevamo già a marzo dell’anno scorso, sarebbe necessario che il Parlamento istituisse una commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione governativa della pandemia, al fine di racchiudere all’interno di una drammatica parentesi temporale tutti i “frutti avvelenati” del Governo più illiberale della storia d’Italia, per evitare che in futuro qualcuno abbia ancora l’arroganza di provarci.